Monte Penna 2020

Il 2 Febbraio 2020 la Banda si è ritrovata per partecipare al Trail del monte Penna in provincia di Pisa. Il meteo era incerto ma le aspettative erano alte: c'era chi voleva battagliare contro gli altri atleti, c'era chi voleva sperimentare nuove distanze e dislivelli, c'era chi voleva allenarsi per manifestazioni future e c'era chi voleva passare una giornata in compagnia visitando posti nuovi.
Il denominatore comune era quello di fare casino, dare spettacolo e soprattutto divertirsi.


La manifestazione prevedeva 33 km con dislivello di 1700 metri positivi prevalentemente su sentieri. La partenza era fissata alle 9:30 a Molina di Quosa mentre l'arrivo era a Pappiana dove l'organizzazione, con un bus, avrebbe riportato gli atleti al punto di partenza. 

La Banda si è ritrovata tutta insieme per partire alla volta di Molina di Quosa. Svolte le pratiche d'iscrizione e fatte le dovute foto, lo speaker Tiziano ha dato il via alle 9:30 ai 250 atleti scalpitanti.
Iniziamo la gara con un breve tratto asfaltato fino a svoltare a destra e immettersi in un sentiero e arrivare a Rocca di Ripafratta. Da lì incomincia la prima salita delle tre previste che ci avrebbe portati al primo ristoro a circa 300 s.l.m., siamo al settimo chilometro. Poi un bella discesa tecnica,scivolosa per il fango e divertente per i passaggi, ben segnalati, sopra e sotto i tronchi degli alberi crollati, fino a arrivare a Meati.

Poi la salita verso la seconda sommità, 18esimo chilometro, a circa 500 m.s.l. dove era previsto il secondo ristoro e l'unico cancello orario, ultimo passaggio 3 ore e mezzo dallo start. Da lì, dopo essersi rifocillati, giù in picchiata verso San Lorenzo a Vaccoli.

Dopo un breve tratto piano di valle iniziamo la scalata al Monte Penna. Siamo arrivati all'ultima salita della giornata, la cima Coppi della manifestazione al 21esimo chilometro. La salita è dura e costante, non ti permette di rifiatare, ma, arrivati su, poco più di 500 m.s.m. si ammira un discreto panorama, a patto di scansare qualche nuvoletta. Poi giù in discesa, primo tratto abbastanza tecnico da fare con un ritmo attento, secondo tratto corribile con sentiero bello largo e qualche sali-scendi. La cartina altimetrica, presente sul pettorale, ci ricordava che il grosso era stato fatto, ora sarebbe mancato veramente poco.

Suonava una voce in lontananza, era quella dello speaker Tiziano, che si complimentava con gli atleti arrivati e che, allo stesso tempo, rimbalzando da valle verso il monte Penna, attirava noi atleti come il canto delle sirene faceva con Ulisse. Sembrava finita, invece no, mancavano ancora ben 7 chilometri, di discesa si, ma erano sempre 7 chilometri.
Poco dopo arrivati all'ultimo ristoro, il dubbio era: -mi fermo o non mi fermo?.

La risposta era positiva e l'occhio cadeva sul Moscato e sulla grappa. Nel mentre il Moscato entrava in azione nel cielo volteggiavano 3 baldi giovani con il parapendio. Il corpo, distratto e assuefatto da queste sensazioni positive, riprendeva a scendere su asfalto fino ad incontrare l'ultimo tratto in pianura. Ora mancavano 3 km di pianura. I piedi erano stanchi, cotti ma l'arrivo era vicino. Finalmente la sagoma di Tiziano era reale, un ultimo scatto di orgoglio e passiamo sotto il gonfiabile dell'arrivo, la bellissima avventura era terminata. Ora iniziava la ricompensa, il pasta party: pasta al pesto o alla pomarola, per secondo fagioli col wurstel (di Rocco...cit. non mia) il tutto accompagnato da un'ottima birra artigianale.

La Banda, come sempre, aveva spaccato ed era riuscita a far svegliare il sole che riposava beato coperto dalle nuvole.

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