Conosci il percorso

La partenza sarà dalla Piazza della Libertà a Montemurlo. Risalendo verso Via Palazzina si lascia subito la parte abitata per immergersi in ambiente rurale dai panorami affascinanti.
Una volta incontrata Via di Cicignano parte il bivio tra percorso lungo (10.4 km) e il percorso per famiglie (3.5 km) che torna direttamente verso la Rocca.
Raggiunto l'agglomerato di Cicignano si prosegue su strada pedomontana estremamente panoramica.
Da questo momento in poi inizia un lungo tratto immerso nel bosco che vi permetterà di frescheggiare nel mese di giugno. Lungo questo tratto, in loc. Le Scalette, sarà presente il "cancello orario" indispensabile per permettere la sicurezza dei camminatori più lenti che altrimenti si troverebbero nel bosco dopo il tramonto.
Inizia a questo punto la lunga discesa che riporta verso la Rocca di Montemurlo ed infine raggiunge la piazza centrale dove festeggiare tutti insieme.
Lungo tutto il percorso potrete ammirare anche 8 alberi monumentali. Ma cosa si intende per "albero monumentale":
a) l'albero ad alto fusto isolato o facente parte di formazioni boschive naturali o artificiali ovunque ubicate ovvero l'albero secolare tipico, che possano essere considerati come rari esempi di maestosità e longevità, per età o dimensioni, o di particolare pregio naturalistico, per rarità botanica e peculiarità della specie, ovvero che rechino un preciso riferimento ad eventi o memorie rilevanti dal punto di vista storico, culturale, documentario o delle tradizioni locali;
b) i filari e le alberate di particolare pregio paesaggistico, monumentale, storico e culturale, ivi compresi quelli inseriti nei centri urbani;
c) gli alberi ad alto fusto inseriti in particolari complessi architettonici di importanza storica e culturale, quali ad esempio ville, monasteri, chiese, orti botanici e residenze storiche private.
Gli alberi monumentali vengono quindi "riconosciuti" sia per un alto valore ambientale, sia per il valore culturale di cui ne sono i testimoni. Un albero monumentale infatti non è solo un "grande albero" (magari pure di bell'aspetto); esso è soprattutto un elemento naturale del paesaggio "sopravvissuto" una testimonianza di una precisa fase della vita degli uomini che, attraverso le generazioni, lo hanno piantato, accudito e (a vario titolo) goduto.
Gli alberi di Cicignano e del territorio pedomontano:
Lungo il percorso dei 10 km si incontrano ben 4 alberi monumentali (uno di questi necessità di una breve deviazione per vederlo). Si tratta di due bellissimi cedri, una cipressa e un cedro campestre.
Gli alberi della Rocca di Montemurlo:
All'interno della Rocca si celano 4 meravigliose perle. Si tratta di due cipressi e due cedri azzurri dell'Atlante.
Castello di Rocca e Pieve di San Giovanni Battista decollato:
Sulla sommità della collina che domina il Comune di Montemurlo compare la Rocca. Con il termine “Rocca” si indica oggi la villa situata nella parte più elevata nel colle di Montemurlo. Fu edificata tra la fine del 400 l’inizio del 500 sulle strutture dell’antico cassero medievale.
La villa conserva dai tempi della dominazione della famiglia Guidi, il volto di una vera e propria fortezza, la cui severità è accentuata dalla pietra con cui è edificata.
Ultimo grande evento storico svoltosi nella Rocca è l'assedio del 1537 in seguito al quale Montemrulo diviene dominio mediceo, come il resto della Toscana.
La villa ad oggi è privata e non visitabile, ma per chi accede dal piano terreno sono visibili le ampie cantine ancora in uso. Salendo invece dallo scalone principale si entra in un tranquillo cortile ornato da pilastri che sorreggono un portico, coperto da volte a vela, da cui è possibile accedere agli interni.
Attorno al castello si è sviluppato il borgo che ospita la Pieve di San Giovanni Battista decollato.
La Pieve è tanto cara ai Montemurlesi di ieri e di oggi perché ospita al suo interno la splendida e venerata croce d’argento e patrona di Montemurlo.
Ogni 3 maggio ricorre la festa della Santa Croce. La tradizione vuole, infatti, che nel XIV secolo la croce fosse stata trafugata da dei ladri e successivamente ritrovata. I malviventi, giunti nei pressi del fiume Agna, furono costretti a nascondere la preziosa refurtiva, a causa del piccolo torrente che diventava sempre più impetuoso ed impossibile da attraversare; ebbero così l’idea di seppellirla nella terra, con la speranza di tornare presto a recuperarla. Pochi giorni dopo, un contadino – durante le normali mansioni agricole – notò che i buoi non volevano proseguire, inginocchiandosi sul campo. Prese così un attrezzo contundente per sgombrare il terreno dall’ostacolo; scavando, colpì accidentalmente il volto del crocefisso. In quel luogo, a ricordo del ritrovamento fu edificato un tabernacolo.
La preziosa croce, attribuita all’opera dell’orafo Andrea di Jacopo D’Ognabene, conserva ancora oggi i segni di quella ferita, che non è riuscita a scalfirne la bellezza, né il sentimento di devozione del popolo montemurlese.
La popolazione di Montemurlo da sempre dimostra una profonda devozione per la croce ricorrendo a lei in occasione di calamità naturali, carestie, ed epidemie.
Ultima menzione va ovviamente destinata al Cammino di San Jacopo, sul quale si svolge buona parte dell'itinerario:
Il Cammino di San Jacopo in Toscana fa tappa anche a Montemurlo, ne è la parte integrante della seconda tappa del percorso di 27,1Km che da Prato raggiunge Pistoia.
Sono numerosi i Pellegrini che percorrano la strada verso l'arrivo della tappa a Pistoia, detta anche la piccola Santiago per la presenza della reliquia del santo.
Il percorso riscopre e valorizza una direttrice viaria antica più di duemila anni, la Via Cassia – Clodia, che collega le città di Firenze, Prato, Pistoia, Pescia e Lucca, costituendo un tratto del Cammino verso Santiago di Compostella. La seconda parte del Cammino conduce il pellegrino a Pisa e Livorno sulla direttrice della Via Aemilia Scauri romana. Presso i locali adiacenti la pieve di San Giovanni Decollato,
è stata realizzata una struttura di accoglienza per i pellegrini che percorrono il cammino. La struttura prende il nome di Ospitale della Santa Croce, in onore al capolavoro di arte orafa custodito nella pieve.
Inoltre, c’è la possibilità per i pellegrini di assistere, il giorno successivo all’arrivo, alla messa mattutina presso la chiesa del Sacro Cuore. Al termine della quale verrà loro impartita la “benedizione del pellegrino”.
È inoltre possibile timbrare la propria credenziale presso l’ufficio turistico Proloco di Montemurlo in piazza Don Milani, per poi continuare il cammino verso la passerella in legno da poco inaugurata che collega Montemurlo a Montale.
La passerella indica i simboli a guida del cammino verso l’arrivo della tappa di Pistoia, cuore del pellegrinaggio e meta di arrivo alla reliquia del santo omonimo.
Da sempre la Proloco si occupa di guidare e far scoprire il territorio ai pellegrini reso unico dalla frequenza di eccezionali testimonianze storiche, artistiche, naturalistiche e religiose.
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